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Sa Generalissa

Contus de fèminas e de àteru puru

18,00

Il sottotitolo “Storie di donne e di altri ancora” suggerisce l’idea di una galleria al femminile dove le donne ritratte sono quelle sfruttate in ambito familiare o sessualmente, donne autoritarie, altre che si vendicano in modi diversi di angherie subite, giovani donne anticonformiste, disinibite, qualcuna capace di ordire inganni crudeli a danno del proprio benefattore, donne dalla vita equivoca e mogli che, dopo anni di convivenza, abbandonano il marito avaro o per l’incredibile miseria morale. Naturalmente non mancano, anche se poche, ragazze e donne cosiddette “normali”. Infine Sa Generalissa, la Generalessa, il racconto che chiude la raccolta in cui un marito frustrato, umiliato, mostra tutto il suo disprezzo per il mondo militare e se ne allontana perché costretto dalla moglie. Con lui, gli altri, gli uomini... anche loro diversi, “normali”, spregiudicati o malati del male di vivere.  

Uno sguardo impietoso su un mondo ancora sospeso tra passato e presente, quello dell’autore, in cui domina il sarcasmo, stemperato, qualche volta, dal sottile umorismo che già conosciamo e dall’umana solidarietà, tutta implicita, per chi vive una vita di sofferenze. Il tutto in uno stile moderno, per effetto della frantumazione della sintassi tradizionale, asciutto, rapido, che da qualche tempo connota le sue pagine. 

Toponigmistica sarda

Giochi di parole con i toponimi della Sardegna

18,00

“Una parola (at)tira l’altra. In questo caso/libro particolare, le parole in questione sono – soprattutto, ma non solo – i toponimi sardi, ossia i nomi di paesi e di città, di fiumi, di laghi, di monti (Cuccuruddu, un esempio di Parola monovocalica che avrebbe senz’altro attirato l’attenzione di Giampaolo Dossena, uno dei massimi esperti di giochi di parole), di località (Tepilora: la parola “la ripeto” con l’Anagramma a frase) e di regioni geografiche (Anglona, toponimo femminile che guarda caso nasconde “la gonna”) dell'isola”.

Noi Sardi (e non soltanto noi Sardi) abbiamo desiderio e necessità non di basi militari ma di basi culturali. E guarda caso, (anche) i giochi di parole sono proprio tra quei giochi che – scusando il (voluto) bisticcio di parole – si basano su basi culturali, oltre che naturalmente su basi e su conoscenze strettamente linguistiche e grammaticali. Del resto, che la “base militare” non prometta (e non permetta) niente di buono e di bello, lo rivela senza equivoci il suo Anagramma a frase:

base militare = mira bestiale

Su Sardu, Lìngua De Europa

Un’idioma de minoria peri su tempus

25,00

Il Sardo è una lingua minoritaria parlata da “appena” un milione e duecentomila persone. Una lingua con la medesima dignità di tutte le altre lingue del mondo, ufficialmente riconosciuta dalla Comunità Europea e tutelata dallo Stato italiano.

Una lingua da salvaguardare perché è l’elemento di identità culturale più distintivo del nostro popolo, che vive oggi in una situazione di emarginazione (situazione di diglossia e dilalia), che ne rende difficile l’utilizzo nel quotidiano. Perché tutti coloro che discettano di Sardo, della sua storia, della sua struttura morfo-sintattica lo fanno in Italiano e non lo fanno, invece, in Sardo, come sarebbe normale che fosse? Abbiamo cercato di dare una risposta a questa domanda raccontando finalmente la storia della lingua sarda interamente in Sardo, nelle due macrovariètà, Campidanese e Logudorese, con traduzione in Italiano. Un racconto agile, sintetico, scorrevole, alla portata di tutti, con un buon apparato bibliografico.

I protagonisti

Storie e controstorie del giornalismo identitario sardo

15,00
Se è vero che le “radici sono ali”, prendendo in prestito le parole del Sardus Pater Giovanni Lilliu, l’esperienza editoriale di Sa Republica Sarda è stata sospinta da ali e radici forti, capaci di tendere verso l’alto, fino a maturare uno dei progetti giornalistici più aggregativi e coraggiosi nella propagazione collettiva del sentimento identitario sardo. Riproporne oggi un tracciato biografico, attraverso un viaggio fra i nomi che hanno animato e vissuto il periodico fondato da Gianfranco Pinna nel 1977.

Sotto un cielo di stelle

Storie di vita

12,00
Ci sono delle esperienze che accumunano tutte le persone, di qualsiasi ceto, lingua e cultura. Per esempio nella notte osservare il cielo pieno di stelle e, per un attimo, rimanere affascinati dalla sua immensità e dimenticare i propri problemi. Il libro “Sotto un cielo di stelle” intende partire da una prospettiva “dal basso”, riscoprendo la voce di coloro che abitano le nostre città pur rimanendo al margine. Oltre venti storie, tutte vere, che spingono la riflessione “verso l’alto”, cioè verso nuovi orizzonti di fraternità e solidarietà, indicati da Papa Francesco nel suo magistero ecclesiale

IL MIGLIO DEVE ANCORA VENIRE 2

102 Crucci vari

12,00
Giornata Frida - Temperature in Khalo; Vendo dente del giudizio. Mai usato; La cefalea a grappolo la trovo in pescheria o dal fruttivendolo? Sono alcuni dei 102 Crucci vari che compongono “Il miglio deve ancora venire 2”. Un libro che raccoglie giochi di parole, nonsense, aforismi ed esperimenti linguistici.

La vite e i tralci

Scoprire Cristo e la Chiesa

8,00
Questa ristampa risponde al desiderio espresso da molte persone (a seguito della prematura e improvvisa scomparsa di Don Alberto), di poter aver copia del libro da lui progettato come strumento per avvicinare le persone, principalmente giovani, alla figura di Gesù e al suo insegnamento.

Ali sulla sardegna

Storia dell’Aero Club di Sassari e cronache dall’Isola

20,00
Siamo negli anni del dopoguerra, quando nel nord-ovest dell’Isola si affaccia un fenomeno nuovo, la passione per il volo sportivo, che porta ad incontrarsi personaggi che giungono da percorsi diversi: piloti reduci dalla guerra, giovani cultori di aeronautica e aeromodellisti sognano, intorno ad un hangar di lamiera ondulata e ad un vecchio biplano, la nascita di un club e di una scuola aerea.

L’infinita contesa – La tormentata storia della tutela del colle di Tuvixeddu

20,00
Nel 2000, anno di inizio del nuovo secolo, le massime autorità in materia ambientale (la Regione) e paesaggistica (la Soprintendenza ai Beni architettonici di Cagliari), avevano deciso, l’una, che la valutazione di impatto ambientale per gli interventi a Tuvixeddu-Tuvumannu non fosse necessaria, e l’altra di potersi esimere, in base alle norme del momento, dall’esprimere qualsivoglia giudizio di tipo paesaggistico sull’impegnativo piano di intervento edilizio ed urbanistico sul sito, oggetto di specifica tutela paesistica. Promosso senza esami, si direbbe, o meglio promosso sulla base dei soli titoli. Nel cielo stellato al di sopra del magico sito di Tuvixeddu si era formata, in quel momento, una congiunzione astrale favorevole e portatrice di buoni auspici per lo stesso piano. A osservare le stesse stelle, come gli antichi Fenici nei loro viaggi per mare che li fecero approdare nelle coste della Sardegna, in quel momento la rotta del costruttore appariva definitivamente tracciata e proiettata sicura verso l’approdo.

S’Alfabetu de sos Hobbit

15,00
La Terra di Mezzo non è mai stata così vicina! S'Alfabetu de sos Hobbit – L'Alfabeto degli Hobbit è un testo bilingue, italiano e sardo, pensato per avvicinare alla lingua sarda tutti coloro che amano il mondo di J.R.R. Tolkien, autore anche del Signore degli Anelli, ma anche un modo per introdurlo a chi già conosce la lingua.

La lingua nazionale sarda del periodo delle liberta’ giudicali

22,00
Come non annoiarsi approcciando un testo di saggistica? La risposta ve la dà questa interessantissima grammatica scritta da Giampiero “Zampa” Marras. Un libro suddiviso in varie sezioni, in cui non troverete soltanto utili regole grammaticali che aiutino a scrivere nella nostra amata lingua nazionale del periodo giudicale (è questo in effetti lo scopo principale del libro), ma proporrà bensì una brillante sintesi delle vicende storiche, e alcuni cenni sugli aspetti geografici della madre patria sarda.

Nessun destino è segnato

Le storie di Casa Emmaus

16,00
Non esiste una vita che non si possa recuperare. Su questo principio si fonda Casa Emmaus, un’associazione di volontariato che in trentadue anni di attività ha rappresentato un luogo di rinascita, e una grande famiglia, per circa seimila persone.